La commedia dell’Arte

Prima di parlare della Commedia dell’Arte, non possiamo non parlare, anche se brevemente, di Angelo Beolco detto il Ruzante.

Angelo Beolco, è il giusto innesto tra la commedia dell’epoca (siamo tra il finire del 1400 e l’inizio del 1500) e il genere della commedia dell’arte.

Beolco, scrive per il popolo rappresentando il popolo. Lo fa parlare in pavano, e fa parlare la figura del contadino. Il suo personaggio principale, fu il Ruzzante, un contadino veneto che variava di commedia in commedia. Beolco, scaltro e ingegnoso, elaborò i generi di commedia presenti fino allora.

Ma Beolco non poteva non conoscere il genere della Commedia dell’Arte.
Beolco è di Padova (Pernumia per la precisione) e muore nel 1542.

La Commedia dell’Arte nasce ufficialmente il 25 febbraio 1545 a Padova.
In questo genere, come in Beolco, si guarda al popolo, parlando al popolo e con il linguaggio del popolo. Importante elemento di questo genere è la rappresentazione delle diverse classi sociali. Dai nobili , ai servi. Per la prima volta le donne recitano, e sono presenti le maschere, non per le donne però, che dovevano mostrarsi in tutta la loro bellezza.
Non voglio parlare dei diversi personaggi e delle diverse maschere, altrimenti dovreste leggere per ore e ore, e non vi voglio così male.
Ci sono centinaia di approfondimenti sul genere in internet sulla commedia dell’arte, sulla sua struttura (i canovacci), sulle maschere (senza tralasciare l’arte dei mascherai contemporanei che hanno riportato in vita la maschera della commedia dell’arte) e sulla complessità della realizzazione di uno spettacolo di commedia dell’arte.

 

Quello su cui vorrei soffermarmi un momento, è la capacità degli attori che recitavano in questo genere. Erano estremamente colti, parlavano diversi dialetti (in relazione al personaggio rappresentato) danzavano, cantavano e possedevano notevoli capacità fisiche.

Erano attori completi, con un loro bagaglio culturale e abili improvvisatori, che riuscirono sempre a superare la continua censura imposta dal clero. Mimo, danza, musical e altri generi, derivano per l’appunto della commedia dell’arte, che ha sempre dovuto lottare contro la censura, rinnovandosi continuamente.

Un genere teatrale popolare nato nel 1500 e portato avanti fino alle metà del 1700, quando Goldoni, con la sua riforma, ne sancì la fine.

Ma un genere cosi importante, che parla direttamente al popolo, rappresentando la società, prendendo in giro i poteri forti, poteva sparire del tutto? Fortunatamente no, e sempre a Padova, un insieme di fattori, e l’incontro tra diverse figure importanti, come Strehler, Ludovico Zorzi, Gianfranco De Bosio e il mascheraio Sartori, permisero a questo genere di rinascere verso le metà del 1900.

 

Spero che questo breve articolo, vi abbia messo quel briciolo di curiosità, per approfondire questo affascinante genere teatrale.

La commedia dell’arte, dal carro dei comici alle corti feudali, per poi morire e rinascere come una araba fenice che risorge dalle proprie ceneri.

 


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