Dalla “Commedia” Musicale al Musical

Vi ricordate la Commedia dell’Arte?
A mio avviso bisogna ripartire da qui se vogliamo parlare di quel fenomeno artistico chiamato Commedia Musicale, che poi sbarcato oltreoceano prese il nome di Musical.

Nella Commedia dell’Arte, se vi ricordate, oltre ad avere l’utilizzo massiccio della maschere, siamo in presenza di attori, che fanno della propria persone, una macchina artistica perfetta.

Recitano, improvvisano, e CANTANO e BALLANO e SUONANO.

Il genere della Commedia dell’Arte è sempre andato incontro a restrizioni legate alla censura di qualsiasi genere, e si è dovuta sempre reinventare, per non decadere e per far sopravvivere quello spirito che si dai suoi inizi la contraddistingueva, ovvero, parlare al popolo e per il popolo.

Spirito che nel 1700, per vari motivi iniziò a sparire, se non sparì del tutto addirittura. Aveva perso il suo spirito “popolare”.

Sarà un caso… ma io non credo… ma la nascita ufficiale della Commedia Musicale, viene fatta risalire al 1728, e con maggiore rilevanza tra Italia e Francia (casualmente i paesi in cui era più viva e presente la Commedia dell’Arte).

Commedia musicale: genere di spettacolo misto tra canto e prosa.

Arrivando così a cavallo tra 1800 e inizio 1900, in America, nasce invece il genere che tutt’oggi ben conosciamo, del Musical. Diventa un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica, dove l’azione viene portata avanti dalla recitazione, dalla musica, dal ballo e dal canto.

“Il musical è uno spettacolo derivato dall’opera e adattato al gusto e al costume statunitense. Questo spettacolo è costituito da una commedia, in genere brillante e di ambientazione americana nella quale sono presenti brani che appartengono ai generi della musica leggera, del jazz, o derivano dall’opera lirica e dal balletto. Tutti questi linguaggi sono uniti tra loro grazie a una orchestrazione elegante e perfetta. Nel musical non c’è fusione tra i diversi linguaggi; i diversi generi sono invece affiancati in una compresenza ben integrata e armonizzata.

In questo genere ogni particolare risulta indispensabile per la riuscita dello spettacolo, dai costumi dalla scenografia includendo regia, coreografie e luci senza dimenticare gli attori (chiamati performers) che devono essere in grado di comunicare emozioni ricorrendo, spesso contemporaneamente, a discipline come la recitazione, la danza e il canto.”
(Forse un pò troppo pomposo per chi segue come ideologia il pensiero del “per il teatro povero” di Grotowski).

“Il musical ha quindi origine dai ceti popolari della società americana, in cui vi erano numerosi gruppi di immigrati appartenenti ad etnie differenti, e si sviluppa come una forma di teatro rivolta alle masse e a un pubblico molto variegato. La sua struttura ed il suo stile permette allo spettatore di poter seguire lo spettacolo come nel vaudeville (teatro di varietà), risultando più scorrevole e di più semplice comprensione rispetto alla prosa tradizionale.

La bravura degli attori, la grazia delle ballerine, la capacità nel canto: sono queste le caratteristiche che hanno permesso la nascita e lo sviluppo di questa forma di spettacolo.

Partendo da New York e Broadway, nasce una tradizione che si diffonderà a macchia d’olio, portando la cultura del musical per le grandi e piccole città degli Stati Uniti.

Il musical si diffonderà successivamente in altre città d’Europa anche se risulta difficoltoso farlo conoscere ai paesi di lingua non anglosassone. Per far fronte a questo in alcune opere si è ricorso alla traduzione dei testi, mentre in altri casi sono stati utilizzati sottotitoli. Questo ha permesso di non perdere comunque la capacità tipica dello spettacolo di rendersi comprensibile al pubblico per la sua forma peculiare.

Bisogna riconoscere che la diffusione del musical è stata agevolata dalle versioni cinematografiche di Hollywood, che hanno contribuito alla maggiore conoscenza e popolarità di questo genere. In Italia non va trascurato il ruolo di divulgazione e promozione svolto implicitamente dall’animazione turistica. In quasi tutti i villaggi, infatti, gli spettacoli principali traggono ispirazione dalle grandi produzioni internazionali. Questa azione ha contribuito decisamente al diffondersi di una cultura e di una sensibilità verso questa forma d’arte che ha creato un clima favorevole alla nascita di significative produzioni anche in Italia.”

Io aggiungerei però, che forse… gli americani, dovrebbero ringraziare un pò anche noi, territorio in cui nacque la Commedia dell’Arte… che forse forse… non si distacca molto dal genere che noi tutti oggi conosciamo con il nome di… Musical.

 

 


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