A fianco della Tragedia Greca, subito dopo compare la Commedia, la Commedia Greca.
Cosa è la commedia? E’ un componimento, in questo caso teatrale (ma ovviamente nel senso ampio del termine è non solo teatrale), che ha lo scopo di suscitare il riso, quindi di divertire.
Ma ha lo scopo solamente di far ridere?
Se prendiamo la Commedia nella sua nascita, quindi in Grecia, notiamo che la Commedia, non aveva solamente questo scopo umoristico.
Il maggior rappresentante di questo genere, nelle sue origini, fu quel pazzo genio di Aristofane. Fu un commediografo che introdusse la satira politica, arrivando fino all’attacco personale. Mostrava le divinità scarnendole, e attaccando figure come quella di Euripide, uno dei maggiori rappresentanti della tragedia greca.
Anche in questo periodo, con Aristofane, si usavano le maschere teatrali, in questo caso per schernire, oltre alla solita funzione di rappresentare un personaggio specifico, facendolo riconoscere anche al pubblico che si trovava a grande distanza dalla scena.
La Commedia sopravvive alla Tragedia, proprio per questa sua capacità di prendere in giro la società, adattandosi alla politica, alla società e al mondo circostante.
Fu importantissima, basti pesare ai “satiri” che ancor oggi, facendoci ridere, prendono in giro la politica, la società, lasciandoci magari l’amaro in bocca.
Questo teatro comico, poi si trasferì dalla Grecia all’Impero romano, che prosegui il suo percorso seguendo di pari passo il cambiamento della società circostante.
La Commedia abbandonò quel linguaggio ricercato, che i primi autori ricercavano, per diventare sempre più volgare volgendo nel periodo medievale, arrivando poi ad essere denotata come commedia volgare, e arrivando così alle figure di Angelo Beolco e alla Commedia dell’Arte.
Il teatro, la maschera, la commedia… tutto sempre seguì e seguirà la società in cui vive.
La vita, diventa una risata, una risata amara, che tra battute e volgarità, ci getta in faccia la triste verità